Ecco perché i vigili del fuoco sono più a rischio per i tumori della pelle

Fanno un lavoro pericoloso e c’è una nuova minaccia che incombe su di loro: i vigili del fuoco sarebbero più a rischio di sviluppare tumori della pelle, stando all’ipotesi presentata recentemente sulla rivista scientifica Jama Dermatology. Resta però ancora da chiarire se la causa potrebbe essere ricercata nelle sostanze cancerogene che si sprigionano durante gli incendi o nelle molte ore trascorse all’aria aperta e, dunque, sotto il sole.

Lo studio in Florida

La ricerca ha analizzato i dati raccolti da questionari compilati da circa 2.400 pompieri in Florida, che in media avevano 42 anni ed esercitavano la professione da 15. Tra loro sono stati individuati 109 casi di cancro alla pelle: 17 erano melanomi, la forma più aggressiva e letale, gli altri erano forme meno «pericolose», assai più diffuse nella popolazione generale e più semplici da curare (quali basaliomi o spinaliomi). «L’età media alla diagnosi di melanoma fra i vigili del fuoco è risultata essere 42 anni – spiega Alberto J. Caban-Martinez, tra gli autori dello studio e docente di Salute Pubblica alla University of Miami Miller School of Medicine -, mentre nella popolazione generale si aggira attorno ai 65. E se è vero che in Florida (una nazione molto assolata praticamente tutto l’anno) si potrebbe pensare che lavorare all’aperto esponga la pelle a un maggiore pericolo, è vero anche che studi precedenti erano arrivati a conclusioni simili per i pompieri di San Francisco, Chicago e Philadelphia, dove il clima è assai diverso».



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