Critichi i dirigenti? Ti sospendono". Misericordia, la rabbia dei volontari

La protesta di chi "è stato messo alla porta dopo 20 anni di attività"
Sospesi solo perché abbiamo criticato chi amministra, come se fosse un delitto". E’ il momento della difesa di Andrea Antonioli, uno dei tre componenti della Confraternita di Massa sospesi la scorsa settimana per 36 mesi dal commissario della Misericordia «San Francesco», Bruno Ciuffi, con effetto immediato e la sola possibilità di ricorrere ai probiviri nazionali."Un passaggio obbligato per andare avanti senza diatribe", aveva detto Ciuffi, in vista delle elezioni per il nuovo presidente, consiglio e collegio dei probiviri della Confraternita prima dell’estate, a un anno dal commissariamento. Oltre ad Andrea Antonioli, sono stati sospesi il padre, Desiderio Antonioli (uno dei fondatori della Fraternita ed ex componente del consiglio) e Milena Ambrosi, ex del consiglio.
Antonioli è iscritto alla Misericordia di Massa da circa 20 anni e dopo la sospensione ha ricevuto molti attestati di solidarietà anche da parte di chi ha poi abbandonato proprio la Fraternita «per svolgere volontariato in altre associazioni perché la nostra ha smarrito i principi fondativi di amicizia e di solidarietà – sottolinea – Ho cercato di fare una disamina del mio operato ma, sinceramente, non ho trovato le motivazione di un così grave provvedimento. Se ho fatto degli errori li ho compiuti in buona fede. Ho sempre fatto con il massimo impegno il mio dovere sia come autista sia come membro dell’Ufficio dei Probiviri nel quale ho svolto la funzione di segretario. Se mi sono permesso qualche comportamento critico è perché, a mio avviso, le scelte si distanziavano da quanto riportato nel vigente Statuto della Fraternita».
Secondo Antonioli il commissariamento ha soltanto inasprito i rapporti interni, anche per il modo con cui è arrivata: «Sabato notte, alle 23.30, via mail, senza alcuna spiegazione. E la domenica mattina all’assemblea dei soci già convocata tanti volontari sono rimasti avviliti e sconcertati. Stando a quanto dichiarato in assemblea dall’allora presidente Fausto Casotti, sarebbe stato il Vescovo a chiedere il commissariamento. Era sembrato strano a molti perché non è previsto dallo statuto e, anzi, lo stesso vescovo non ha mai confermato tale versione».
Le tre sospensioni rischiano ora di creare un ulteriore scompenso nelle dinamiche interne. «In un momento delicato come questo credo che una sospensione così irragionevole sia inopportuna, posta in essere da un commissario che è stato organo incaricato e parte in causa nella precedente amministrazione. Posizione che contrasta con i principi della Misericordia e lo spirito dello statuto tenuto conto anche che il Commissario ricopriva un incarico politico, all’interno di un partito, e quindi incompatibile con qualsiasi incarico dirigenziale nella Fraternita – conclude Antonioli – Si ha la sensazione di essere di fronte ad un’epurazione. In base allo statuto della Misericordia, il Commissario non ha in essere la possibilità di adottare provvedimenti simili ma dovrebbe solo provvedere al compimento di atti urgenti e non dilazionabili di ordinaria amministrazione».

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