Frosinone, file e ambulanze bloccate per ore al Pronto soccorso dell'ospedale "Spaziani"

Ambulanze ferme anche per cinque ore, parenti esausti e qualcuno perde pure la brocca, corridoi pieni di barelle e flebo. Ieri è stata una giornata campale al Pronto soccorso dell’ospedale “Spaziani” di Frosinone. Intorno all’una e mezza, l’afflusso, stando ai numeri del portale web della Regione Lazio, contava 75 pazienti: 10 in attesa, 43 in trattamento (di cui 4 in codice rosso e 8 in attesa di trasferimento) e 75 in osservazione. La situazione è rimasta più o meno così per tutto il pomeriggio.
Nel parcheggio esterno, riservato ai mezzi di emergenza, una fila di ambulanze. Quattro per l’esattezza. Vengono da Ferentino e Ceccano dove i presidi sono rimasti nel frattempo senza mezzi di emergenza. «Scusi da quando è che aspetta?», chiediamo ad un autista del 118. «Sono qui dalle 11», risponde con il tono di chi a queste attese è ormai abituato. Lui e i suoi colleghi non possono andare via perché i pazienti che hanno portato sono ancora sulle barelle in attesa di ricovero. Due operatori riescono finalmente a portarne via una: «Ci è andata bene, abbiamo aspettato solo un’ora, ma perché era un codice rosso».
Nella sala d’attesa i parenti aspettano un responso. Sono qui dalla mattina, esausti. «Ci vuole almeno mezza giornata per andare via. Circa un mese fa - racconta un ragazzo - mio suocero è rimasto per tre giorni seduto su una sedia». Qualcuno perde la calma. Un omone, familiare di un paziente, discute animatamente con le guardie della vigilanza privata. Nei corridoi interni, dove stazionano i pazienti, medici e infermieri vanno su e giù come trottole, fanno quello che possono.

TEMPI MEDI DI ATTESA
In media, stando alle rilevazioni fatte a gennaio e febbraio, allo “Spaziani” un paziente con codice giallo deve attendere circa 130 minuti per l’accoglienza. Per i codici verdi occorre aspettare una cinquantina di minuti, mezzora in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo perché da gennaio è attiva la postazione con i medici di base che si occupano dei codici meno gravi (verdi e bianchi). Il servizio doveva concludersi a marzo, ma è stato prolungato fino a giugno. Se questa sperimentazione è servita snellire le file, almeno quelle dei pazienti non gravi, resta la grave carenza di posti letto da cui dipendono tutte le altre criticità che quotidianamente si registrano al pronto soccorso.
«Il problema del sovraffollamento - fanno sapere dal Pronto soccorso - è cronico e comune a tutti gli altri ospedali italiani. Mancando i posti letto, i pazienti permangono nei corridoi e le barelle del 118 non possono essere liberate. Altrove lo stazionamento delle ambulanze è la norma, nel capoluogo non ci sono situazioni particolarmente allarmanti. In alcuni giorni, come oggi (ieri, ndr), può capitare che in determinati momenti della giornata, a causa spesso dell’arrivo di codici rossi oltre la media, possano registrarsi situazioni più critiche»



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