Picchia una volontaria della Svs e fugge


Livorno: uno scooterista ha scaraventato la ragazza contro l’ambulanza perché il mezzo era fermo in strada e spintonato l’autista.

LIVORNO. Alle 7.45 l’ambulanza di servizio della Svs si è fermata in via Bengasi, a poche decine di metri dalla stazione, per caricare a bordo una cinquantenne livornese che quotidianamente deve sottoporsi a dialisi e trasportarla in ospedale.

Sui lati della carreggiata non c’era spazio per parcheggiare e così l’autista ha deciso di fermare il mezzo sulla strada e ha acceso le 4 frecce. Una sosta di due minuti, forse tre. Anche perché la signora, puntualissima, era già sul portone che aspettava. Dallo sportello è uscita una giovane volontaria che è andata a prendere la donna sul marciapiede. Insieme, a braccetto, hanno attraversato la strada, davanti al mezzo di soccorso, per entrare dal portellone laterale. Ma a quel punto è arrivato un ragazzo in motorino a tutta velocità che ha tentato di sorpassare l’ambulanza ferma, sulla destra, in uno spazio strettissimo tra la fiancata e le auto parcheggiate.

Arrivato quasi al muso dell’ambulanza lo scooterista, tra i 25 e i 30 anni, si è trovato davanti le due donne che attraversavano e ha dovuto fare una gran frenata per non prenderle in pieno. Allora ha iniziato a insultare la volontaria e l’autista: «Ma come parcheggiate, non capite un cazzo, devo prendere il treno, spostatevi».

La volontaria gli ha risposto: «Non è il caso di offendere, stiamo lavorando, adesso ce ne andiamo». Ma lui anziché scusarsi, ha perso la testa: ha dato uno spintone alla volontaria e l’ha scaraventata contro l’ambulanza, poi le ha tirato i capelli.

Sembra una storia incredibile e invece siamo davanti all’ennesima aggressione nei confronti degli operatori di un mezzo di soccorso, esempio di un’inciviltà dilagante e di un’incapacità a controllarsi che dovrebbe farci riflettere.

Non è finita lì. Perché dopo aver picchiato la volontaria, il ragazzo ha tentato la fuga ma in aiuto alla volontaria è arrivato l’autista dell’ambulanza Fabio Lami. «Mi sono messo davanti al motorino e l’ho fermato, mentre lui stava provando ad andarsene», racconta Lami al Tirreno. «Allora quel ragazzo, che non si è mai levato il casco, ha spinto anche me e ha iniziato a minacciarmi dicendomi che sapeva chi ero e dove abitavo e che avrebbe mandato i suoi amici a trovarmi... Io l’ho bloccato per un braccio e gli ho detto che non sarebbe andato da nessuna parte finché non fosse arrivata la polizia».

Lo scooterista è sceso dal motorino e si è messo in posizione di guardia, come se fosse stato su un ring di pugilato, sfidando l’autista a duello. «Ma io non ho reagito - racconta Lami -. E gli ho ripetuto che doveva aspettare la polizia. Lui ha detto che non ci pensava neanche, che aveva da prendere il treno ed è scappato a piedi, lasciando lì il motorino».

Quando è arrivata la volante il giovane era già sparito. Gli agenti hanno verificato che lo scooter non era assicurato e hanno iniziato le indagini per risalire all’aggressore, la cui identificazione non dovrebbe essere complicata, anche se non fosse il proprietario del motorino. La giovane volontaria, sotto choc come l’autista, è stata trasportata al pronto soccorso. —

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