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Guidare con responsabilità l’ambulanza

 

Guidare con responsabilità l’ambulanza

Il lavoro dell’autista-soccorritore è da sempre a rischio, per errori propri o errori altrui. Vediamo le buone regole per salire in modo responsabile a bordo dell’ambulanza e per fare prevenzione, rispettando tutti con la massima sicurezza.

Guidare è pericoloso. Lo sappiamo da tempo: condurre un mezzo di emergenza espone a dei rischi che l’autista-soccorritore deve prevenire e anticipare con la sua condotta. Lo stesso Codice della Strada enfatizza alcuni principi fondamentali che devono guidare costantemente il comportamento di ogni autista durante la circolazione con dispositivi di allarme attivi, ma anche nelle condizioni di normalità bisogna mantenere alta l’attenzione. Il mezzo che si utilizza non ha una distribuzione dei pesi adeguata, non ha – spesso – una gestione dei posti a sedere adeguata nel vano sanitario e, non ultimo, viene utilizzato ogni giorno da diversi autisti che hanno diverse sensibilità e adattamenti alla guida. E i rischi non sono solo per la vita o l’incolumità: parliamo di rischi legali, con processi per omicidio o lesione stradale che – da tempo – portano ad un aggravio delle pene rispetto alla semplice “colpa” condannata dal nostro ordinamento giudiziario.

Interazione con il traffico e comprensione dei propri limiti

Un altro aspetto sottolineato è la prudenza e la diligenza che devono essere sempre presenti, e fanno da discrimine, da spartiacque, fra una condotta adeguata e una condotta penalmente rilevante. Sentenze della Corte di Cassazione hanno evidenziato che il conducente di mezzi di soccorso deve adottare una guida tale da permettere una risposta tempestiva per eliminare il rischio di collisioni con altri veicoli o pedoni. In altre parole, è essenziale adattare costantemente la velocità in base al luogo, alla visibilità, al traffico, al manto stradale, ecc.

In caso di incidente si risponde penalmente, e la responsabilità penale è sempre e solo personale.

La responsabilità dell’autista di un ente pubblico (o della Croce Rossa Italiana) per eventuali danni al mezzo è soggetta all’esame della Corte dei Conti, a cui l’amministrazione di appartenenza è tenuta a segnalare ogni sinistro causato dal conducente stesso. Ma ci sono altre situazioni dove – oltre al doveroso controllo sulla giusta velocità da mantenere – è necessario avere prudenza “quadrupla”: superare velocemente scuole, aree pedonali o compiere manovre di posizionamento (o inversione) in autostrade, senza l’ausilio di personale a terra, può essere equiparabile ad una mancanza di prudenza, diligenza, cadendo nei principi di negligenza, imperizia e imprudenza.

Cause di incidente in ambulanza: stanchezza e distrazioni

Il colpo di sonno rappresenta una seria minaccia per gli autisti soccorritori in ambulanza, spesso legato allo stress e alla stanchezza accumulata durante lunghe ore di guida. Questo fenomeno si traduce in una temporanea perdita di vigilanza, anche solo per pochi secondi, ma sufficiente a influenzare la direzione del veicolo con possibili conseguenze catastrofiche. Diversi fattori possono favorire il colpo di sonno, tra cui lo stress, la stanchezza e comportamenti poco salutari come il consumo di alcolici o la guida dopo un pasto abbondante, soprattutto se ricco di proteine. Questi ultimi, infatti, richiedono un notevole afflusso di sangue all’intestino, riducendo di conseguenza l’apporto al cervello e l’attenzione alla guida.

La stanchezza? La prima virtù dell’autista è dire no

Guidare un veicolo di soccorso in condizioni di stanchezza è estremamente pericoloso, e ci sono casi documentati di conducenti di ambulanze che sono usciti di strada a causa di questo problema. Durante la guida, soprattutto con gli allarmi attivati, è imperativo mantenere la massima concentrazione. Pertanto, è assolutamente inaccettabile mettersi alla guida in condizioni di stanchezza o proseguire il viaggio se questa sopraggiunge improvvisamente. La prima virtù di un autista soccorritore – se capisce di non essere in condizioni di guidare con sicurezza l’equipaggio fino al target – è dire no, fermarsi, non intraprendere il viaggio.

Avvisaglie del colpo di sonno

Esistono anche fenomeni organici, come la narcolessia (incapacità del cervello di regolare il ritmo sonno-veglia) e la cataplessia (perdita del tono muscolare legata alle emozioni intense), che possono manifestare il colpo di sonno. Il codice della strada attuale non prevede sanzioni per chi guida con tali patologie, ma tali individui dovrebbero astenersi dalla guida, se non sotto l’effetto di farmaci preventivi e limitando al massimo l’attività di guida, preferibilmente accompagnati. La prevenzione del colpo di sonno è fondamentale, e alle prime avvisaglie è consigliabile fermarsi lungo la strada in una posizione sicura. Questo comportamento denota una grande responsabilità e deve essere adottato anche se ci si trova a poche centinaia di metri dalla destinazione. La sicurezza di tutti è la priorità assoluta.

Distrazioni alla guida e tempi di risposta sul freno

Il primo pericolo alla guida, a livello statistico, rimangono però le distrazioni. La regola fondamentale per mettersi alla guida è di ragionare su quelli che possono essere elementi di disturbo. Noi sappiamo che l’uomo ha un tempo di risposta minimo definito. A 50 km/h il solo gesto di cercare il telefono perché è arrivato un messaggio distoglierà lo sguardo del conducente dalla strada per un secondo. In un secondo l’ambulanza percorrerà 14 metri. Più che sufficienti per rischiare collisioni, su strade che hanno una carreggiata larga 6 metri.

Le attività che distraggono di più

La radio, il telefono di servizio, la comunicazione con la cabina sanitaria, sono tre dei tanti aspetti su cui calibrare il proprio lavoro. L’equipaggio è composto da due o da tre soccorritori proprio perché durante la guida, l’autista deve guidare. Se nell’arrivo sul target il problema può essere individuare il punto preciso in cui l’abitazione si trova, nel rientro all’ospedale la concentrazione dell’autista deve essere tutta focalizzata sulla strada. Radio, telefono e condizioni del paziente devono essere valutati e controllati dal soccorritore che è nel vano sanitario.

Ma soprattutto, sicurezza. Sicurezza. E ancora sicurezza!

Delle cinture di sicurezza in ambulanza ne abbiamo già parlato in un altro articolo. Il tema principale per ridurre i rischi durante il viaggio di un’ambulanza è legato alla presenza e all’uso delle cinture di sicurezza. E l’utilizzo degli unici e soli sedili adeguati per il viaggio: in ambulanza – così come sulle automobili – si viaggia solo seduti e allacciati sui sedili fronte-marcia o contro-marcia. Mai e poi mai bisogna stare seduti sulla panchetta quando l’ambulanza è in movimento, perché aumentano i rischi dell’incolumità.

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