Lombardia, stop agli esami per diventare soccorritore in ambulanza: «Irregolarità nelle prove»

 Sospese da un mese le sessioni, annullato il test del 10 febbraio a Corsico.  «Compromessa l'integrità e l'equità del processo di valutazione»

Da un mese in tutta la Lombardia sonobloccati gli esami per diventare soccorritore in ambulanza. E il test del 10 febbraio scorso, che si è tenuto a Corsico, nel Milanese, è stato annullato. Chi ha partecipato a quella sessione dovrà ripresentarsi. Il motivo? «Irregolarità riscontrate durante lo svolgimento della prova stessa, che hanno compromesso l’integrità e l’equità del processo di valutazione». La decisione è stata presa da Areu, l’Agenzia regionale per l’emergenza urgenza, una decina di giorni dopo l’esame «incriminato». E il direttore generale Massimo Lombardo l’ha comunicata alle varie realtà impegnate nel soccorso sanitario extraospedaliero (come l’Anpas, la Croce Rossa, Faps, Fvs, il Soccorso Azzurro, Anas e la Rete delle Misericordie) con una nota del 1° marzo.

Ad Areu infatti tocca sovrintendere alla formazione dei volontari, un esercito di 35 mila operatori in Lombardia. Per ottenere il patentino di soccorritore bisogna seguire un corso teorico e pratico di 120 ore, organizzato dalle associazioni stesse. Gli insegnanti sono selezionati da Areu e a loro volta devono seguire un iter prima di diventare docenti. L’esame si tiene invece a livello provinciale, dalle due alle sei volte all’anno a seconda della necessità.

candidati vengono valutatati dai «prof» delle altre associazioni per evitare favoritismi, mentre gli infermieri, i tecnici e gli autisti dell’agenzia regionale intervengono come arbitri in caso di contestazioni e discordie. I futuri soccorritori, sia volontari sia dipendenti, devono affrontare una prova scrittarelativa alle nozioni teoriche (è la stessa Areu ad elaborare i quiz), una prova pratica di rianimazione e un’altra di «scenario», in cui viene ricostruita un’ipotetica situazione d’emergenza. Si trovano ad esempio a dover gestire un paziente, rappresentato da un manichino, con dolore toracico oppure vittima di un incidente. Sei ore di tempo la durata massima dell’esame, in cui bisogna totalizzare almeno 75 punti su 100 in ogni test ed essere promossi in tutte e tre le fasi per ottenere l’abilitazione. La percentuale di successo? Variabile a seconda delle sessioni.

Le stesse procedure sono state seguite un mese fa a Corsico, ma pare che in seguito ci siano state contestazioni sul percorso di valutazione. «Troppa discrezionalità», ipotizza qualche volontario. E potrebbe essere scattato anche un ricorso al Tar. Areu ha quindi deciso di sospendere «ogni seduta di certificazione fino a ulteriore comunicazione», pur chiedendo alle associazioni di continuare con i corsi di formazione già in programma e quelli da mettere ancora in calendario. Allo stesso tempo l’agenzia lombarda sta lavorando per rivedere le modalità d’esame, cosicché non ne venga più messa in discussione l’equità.

Non è ancora stata fissata una data di ripartenza delle sessioni di certificazione, ma si punta a risolvere la questione entro la fine del mese. Anche per non privare le associazioni delle nuove leve. Molte realtà preferiscono non commentare. Sabina Liebschner, presidente della Croce Rossa Lombardia, si augura che «venga fatta presto chiarezza per consentire agli operatori Cri di proseguire nel percorso formativo».


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