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È davvero possibile che qualcuno pensi che ridurre il numero di soccorritori del 118 nel Lazio sia una scelta positiva? Parliamo di professionisti che salvano vite ogni giorno, che corrono contro il tempo per fornire aiuto quando ogni secondo conta. E cosa succede? Vengono licenziati? Si riduce la qualità di un servizio fondamentale, penalizzando i cittadini.


Dove sono finite le istituzioni che, durante l’emergenza Covid, definivano questi lavoratori β€œeroi” o β€œangeli del 118”? In quel periodo erano fondamentali, affrontando turni massacranti con tute protettive, senza pause, per garantire assistenza. E ora? Questo sarebbe il riconoscimento per chi ha rischiato la propria vita per salvare quella degli altri?


Poi c’è la questione della riduzione degli equipaggi delle ambulanze. Prima erano tre, ora sono solo due. Chi si occupa della barella? Chi fornisce supporto nei momenti piΓΉ critici? Questo significa che, spesso, Γ¨ necessaria una seconda ambulanza per lo stesso intervento. Invece di risparmiare, si finisce per spendere di piΓΉ e si lascia scoperta la gestione di altre emergenze. Una scelta che sembra priva di logica.


E per chi resta? Devono affrontare carichi di lavoro enormi, con turni massacranti e un livello di stress insostenibile. Non ci stupiamo poi se il sistema sanitario è messo a dura prova. È davvero questa la strada da percorrere?


È fondamentale che le decisioni prese tengano conto delle necessitΓ  di cittadini e lavoratori. Il sistema di emergenza deve essere rafforzato, non indebolito. La sicurezza e la salute delle persone sono un valore irrinunciabile, e quando avremo bisogno di un’ambulanza, non sarΓ  il bilancio a salvarci la vita.


Le istituzioni devono agire per risolvere questa situazione! È una questione che impatta sia sul lavoro di molte persone, sia sulla salute di tutti noi.



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