Emergenza aggressioni al 118…
La storia infinita!
I servizi di emergenza sono sotto attacco, ogni giorno si registrano aggressioni verbali e fisiche agli operatori del 118, per sensibilizzare la popolazione su questo problema, è stata istituita la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che si celebra ogni anno il 12 marzo. A maggio 2023 sono state introdotte pene e sanzioni più severe per chi aggredisce un medico o un infermiere (da 2 a 5 anni di reclusione anche in caso di lesioni non gravi o gravissime) ma tutto questo non basta, cosa fare?
Inail
Gli operatori sanitari e socio-sanitari, aggiungiamo anche “tecnici e personale ausiliario di supporto”, svolgono un ruolo fondamentale per la salute della comunità, ma purtroppo sono spesso vittime di violenza. Nel triennio 2019-2021, sono stati più di 4.800 i casi di violenze, aggressioni, minacce e simili nei loro confronti, secondo l’INAIL. Questi episodi si verificano principalmente in case di cura e ospedali, aggiungiamo anche nel servizio 118, e le donne sono particolarmente colpite.
ONSEPS
Secondo l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (ONSEPS) sono state oltre 16mila, nel 2023, le segnalazioni complessive di aggressioni a operatori sanitari sull’intero territorio nazionale, per un totale di circa 18mila operatori coinvolti nelle aggressioni segnalate. A segnalare i 2/3 delle aggressioni sono state professioniste donne, coerentemente con la composizione di genere del personale sanitario. Le fasce d’età più colpite sono quelle tra i 30-39 anni e tra i 50-59 anni. La professione più interessata è quella degli infermieri, seguita da medici e operatori socio-sanitari. I setting più a rischio sono risultati essere i servizi di Pronto Soccorso e le Aree di Degenza e gli aggressori principalmente gli Utenti/Pazienti. Il 26% delle aggressioni segnalate sono fisiche, Il 68% sono aggressioni verbali; il 6% delle aggressioni avviene contro beni di proprietà del professionista sanitario aggredito.
“È un fenomeno deprecabile da condannare e contrastare con tutte le misure possibili, non solo oggi ma tutti i giorni – ha aggiunto il Sottosegretario Marcello Gemmato – È fondamentale migliorare l’assistenza territoriale: una più ampia presenza di presidi assistenziali di prossimità è una misura che può contribuire a migliorare le condizioni di lavoro del personale di emergenza-urgenza, troppo frequentemente oggetto di fenomeni di violenza”
Considerazioni
- Questi sono dati globali ed attualmente non c’è un osservatorio specifico per chi svolge l’attività di emergenza urgenza extraospedaliero, molte sono le denunce omesse sul territorio soprattutto di chi si trova “sul fronte” al primo contatto con realtà crude e violente. Ci sono delle campagne informative ma con scarsi risultati, al momento sembra che il fenomeno sia sempre più in aumento ed inarrestabile se non si prendono decisioni drastiche contro colui che “aggredisce verbalmente e fisicamente” gli operatori. Abbiamo sentito parlare di formazione del personale, di psicologia, di diversificare la violenza di chi non è capace d’intendere e volere rispetto a chi lo è, di body-cam, di codici specifici antiaggressione per allertare le centrali operative, di dotare gli operatori di spray al peperoncino o altri sistemi simili, ma la sostanza rimane sempre che c’è molta maleducazione ed aggressività nei confronti degli operatori del soccorso che sarebbe il caso di contrastare.
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Purtroppo in tutta Italia avvengono aggressioni es. Modena: Nel 2023 sono stati 328 gli episodi di violenza registrati su SegnalER (191 nelle diverse strutture Ausl, 114 in Aou e quindi Policlinico e Baggiovara, 23 all’Ospedale di Sassuolo Spa), per il 90% ad opera di utenti o parenti/caregiver. Degli episodi Ausl, il 20% riguarda i servizi di emergenza (Pronto soccorso e 118), il 28% servizi di Salute mentale, il 52% altri servizi in cui si ritrovano in particolare gli Ambulatori territoriali (19%).
Soluzioni?
- Informare la popolazione generale sull’esistenza e l’entità del fenomeno.
- Sensibilizzare sulla gravità degli atti di violenza contro il personale sanitario.
- Promuovere un atteggiamento positivo verso gli operatori sanitari, riconoscendoli come professionisti dedicati al benessere della comunità.
- Ricostruire il rapporto di fiducia con la popolazione, valorizzando il lavoro dei professionisti della salute.
- Campagne informative
- Dotare gli operatori di sistemi anti aggressione
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