Ambulanza in ritardo: muore di infarto. “Mio marito poteva salvarsi?”
La denuncia della moglie dell’uomo di 71 anni di Gatteo, in provincia di Cesena: il mezzo è arrivato dopo un’ora dalla telefonata al 118. “Intanto l’operatore al telefono mi spiegava come fare il massaggio cardiaco”.
Voglio rendere nota la vicenda che ha portato alla morte per infarto di mio marito, perché nel 2025 non possono accadere cose del genere, e se accadono una volta si deve fare in modo che non accadano mai più".
Chi parla è una signora di oltre sessant’anni che nell’aprile scorso ha perso il marito per un infarto cardiaco.
"Mio marito aveva avuto un infarto un mese prima nella nostra abitazione, che è proprio nel centro di Gatteo – racconta – e l’avevo accompagnato in auto al Pronto Soccorso dell’ospedale Bufalini di Cesena; qui lo avevano trasferito all’Ospedale di Rimini, dove gli avevano praticato un’angioplastica. All’ospedale Bufalini mi avevano sgridato perché avrei dovuto chiamare un’ambulanza anziché usare l’auto. Così, a metà aprile, mio marito è stato male di nuovo e ho chiamato il 118, ma sarebbe stato meglio se avessi nuovamente usato l’auto".
La signora racconta di aver ricostruito la tempistica degli eventi tramite la cronologia del cellulare, di aver chiamato il 118 alle 10.28 e di aver dato più volte l’indirizzo corretto, una strada nel centro di Gatteo. Dopo una decina di minuti, l’ambulanza è passata più volte in strade adiacenti, ha attraversato il paese in lungo e in largo senza mai arrivare nella via indicata, e poi si è allontanata per andare in periferia fino a Sant’Angelo di Gatteo. Invano la nonna è andata sulla strada per fare segni qualora l’ambulanza fosse arrivata nella loro via. Nuove telefonate della signora al 118, che rassicura sull’imminente arrivo dell’ambulanza e consiglia di praticare il massaggio cardiaco. La signora, che ha appena chiamato i figli, comincia a praticare su suo marito il massaggio cardiaco, come le viene indicato dal 118. I figli arrivano in contemporanea all’ambulanza, i cui addetti, un po’ affannati, sostengono di essere in ritardo perché hanno ricevuto un indirizzo sbagliato, quello di una piazza a poche decine di metri dall’abitazione della famiglia. Intanto, però, il marito della signora ha smesso di respirare e non si riprende nonostante i tentativi di rianimarlo compiuti dal personale del 118.
Secondo la ricostruzione della signora, fra la prima chiamata al 118 e l’arrivo del 118 sono passati 35-40 minuti. Ma qui la vicenda si tinge di giallo, poiché il medico del 118 intervenuto sul posto con l’ambulanza scrive nel referto di essere arrivato alle 11.30, un’ora dopo la prima chiamata al 118.
Per cercare di capire bene cosa è successo, la moglie del defunto, insieme ai figli, si è rivolta all’avvocato Stefano Spinelli, con studio in piazza del Popolo a Cesena, il quale ha inviato all’Ausl Romagna un messaggio di posta elettronica certificata, chiedendo di fare accertamenti sulla dinamica degli eventi e preannunciando una richiesta di risarcimento per i danni subiti dalla famiglia a causa del decesso dell’uomo. Nessuno potrà mai sapere se mio marito si sarebbe salvato se l’ambulanza fosse arrivata subito – conclude la signora –, ma quel che ci preme maggiormente è capire come sia potuto accadere un errore del genere, per fare in modo che non si verifichi più. Ma in ogni caso mio marito nessuno ce lo potrà più ridare".
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