Ambulanze e intelligenza artificiale: il soccorso del futuro è già iniziato

 Quando si parla di emergenze sanitarie, ogni minuto conta. In Europa, le ambulanze devono arrivare sul posto in meno di 8 minuti, secondo gli standard raccomandati per le situazioni più gravi, ma il tempo medio effettivo, nelle aree urbane congestionate, oscilla spesso tra i 10 e i 15 minuti, e può superare i 20 nei momenti critici. In quelle finestre temporali i mezzi di soccorso devono spesso muoversi in condizioni di traffico estremo, dove anche un ritardo di 4 o 5 minuti può fare la differenza.

Le ambulanze rappresentano uno dei pilastri più concreti e al tempo stesso più trascurati della sanità pubblica. Sono la sua espressione più visibile, l’immagine più immediata della sanità in azione, quella che arriva quando tutto il resto si ferma. Un servizio che si regge ogni giorno sul lavoro di uomini e donne in prima linea, spesso invisibili ma essenziali. Sono loro a rispondere per primi, a prendere decisioni in pochi secondi, a reggere la pressione dei ritardi e delle carenze di sistema. Intorno a loro, però, serve anche una rete che funzioni, scelte politiche lungimiranti, investimenti tecnologici, organizzazione territoriale efficace. E in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale, l’automazione e la digitalizzazione stanno entrando in ogni ambito della nostra vita, è naturale che queste trasformazioni comincino a riguardare anche il sistema dei soccorsi.

La tecnologia sta rivoluzionando le ambulanze trasformandole da semplici mezzi di trasporto a veri hub mobili d’intelligenza e intervento. L’obiettivo è ridurre i tempi di soccorso, aumentare la precisione clinica e salvare più vite. Le innovazioni dunque si muovono su più fronti, ovvero droni, intelligenza artificiale, veicoli autonomi e connettività avanzata.

Vediamo alcuni esempi:

Droni per il soccorso, l’Europa pioniera

In Svezia, un progetto pilota ha dimostrato che droni dotati di defibrillatori possono arrivare sul luogo dell’arresto cardiaco nel 57% dei casi prima dell’ambulanza, riducendo il tempo medio di intervento di oltre due minuti. In uno di questi casi, l’AED (defibrillatore esterno automatico) consegnato via drone è stato effettivamente utilizzato dal soccorritore per salvare una vita. Nel Regno Unito, il programma Project Lifeline, promosso da Air Ambulance Kent Surrey Sussex in collaborazione con Everdrone e l’aeroporto di Gatwick, rappresenta un investimento da oltre 20 milioni di sterline verso una sanità d’urgenza più rapida ed efficace. In Ruanda e Ghana, i droni della Zipline effettuano già da anni consegne regolari di sangue e farmaci in aree remote, coprendo fino al 75% del fabbisogno nazionale ruandese.

Ambulanze volanti 

All’incrocio tra droni e aerotaxi si stanno sviluppando i primi prototipi di ambulanze volanti autonome, pensate per operare in contesti urbani congestionati o in aree rurali isolate. Il Caltech sta lavorando su piccoli veicoli a decollo verticale (eVTOL), capaci di trasportare un paziente e un paramedico, guidati da un sistema di intelligenza artificiale a prova di errore. Startup come GoAERO sviluppano versioni più leggere e automatizzate, mentre aziende già attive come Zipline potrebbero evolvere verso il trasporto umano nei prossimi anni.

Ambulanze intelligenti – Ospedali mobili connessi

Parallelamente, le ambulanze terrestri stanno diventando più sofisticate e interconnesse. Il concetto di “smart ambulance” integra sistemi di telemedicina, intelligenza artificiale e trasmissione dati in tempo reale. Un esempio pionieristico è il servizio Suwa Seriya in Sri Lanka: con 322 ambulanze e oltre 1.400 operatori, è attivo su tutto il territorio nazionale. Utilizza un sistema che assegna il veicolo più veloce (non solo il più vicino), tiene conto della disponibilità di carburante, e collega il paramedico a un medico tramite realtà aumentata (HoloLens) e audio bidirezionale. Il tempo medio di risposta è di 11 minuti e 38 secondi, un risultato eccellente per un paese in via di sviluppo, superiore anche a molte realtà occidentali. Durante la pandemia, il servizio ha trasportato oltre 175.000 pazienti Covid-positivi, adattando i flussi e integrando nuovi strumenti digitali.

L’Australia sta investendo significativamente in sistemi di telemedicina mobile basati su tecnologie 5G che trasformano le ambulanze in vere e proprie estensioni del pronto soccorso. La connettività avanzata permette al personale delle ambulanze di condividere in tempo reale i parametri vitali e i sintomi del paziente con l’ospedale, mentre le videochiamate ad alta risoluzione tra ambulanza e ospedale offrono ai medici una migliore comprensione del tipo di emergenza in corso.

Negli Stati Uniti, alcuni ospedali hanno adottato KATE AI, un sistema di triage digitale che, nei pronto soccorso, supporta l’inquadramento clinico del paziente al momento dell’arrivo. La combinazione con sistemi mobili permette una valutazione precoce più accurata, riducendo i tempi d’attesa.

Intelligenza Artificiale – La diagnosi prima dell’arrivo

Anche prima dell’arrivo dell’ambulanza, l’intelligenza artificiale può fare la differenza. A Copenaghen, un sistema AI analizza in tempo reale le telefonate al numero d’emergenza 112 per identificare segnali vocali compatibili con un arresto cardiaco. Questo consente di inviare immediatamente un’ambulanza senza attendere la diagnosi umana dell’operatore. Un’altra area emergente è quella della ottimizzazione algoritmica delle risorse: alcuni modelli predittivi permettono di ridistribuire le ambulanze in modo dinamico sul territorio in base a dati storici, eventi pubblici, condizioni meteorologiche e traffico. Uno studio ha dimostrato che questi sistemi possono ridurre il tempo medio di intervento fino al 30%.

Controllo intelligente del traffico

Per accelerare il viaggio dell’ambulanza, alcune città stanno implementando sistemi intelligenti di controllo del traffico. Il più noto è LYT, un’infrastruttura basata su IA che consente ai mezzi di emergenza di dialogare con i semafori e ottenere la precedenza. A San José, in California, questo sistema ha portato a una riduzione media del tempo di viaggio fino a 32 minuti e in alcuni casi fino al 69% in meno rispetto ai tempi standard. I sistemi intelligenti di gestione del traffico utilizzano sensori, GPS e automazione per monitorare e dirigere il traffico, riducendo la congestione. Nelle aree metropolitane, la distanza media da un pronto soccorso è di 3,6 miglia, facilmente percorribile in pochi minuti, ma la congestione del traffico causa sempre ritardi, problema che varie città stanno affrontando con soluzioni tecnologiche innovative.

Modelli di eccellenza mondiale

Singapore ha sviluppato un sistema di Emergency Medical Service (EMS) operativo 24/7 con un approccio altamente tecnologico. Il Singapore Emergency Medical Team (SGEMT) ha recentemente ottenuto la classificazione di qualità WHO per la risposta autosufficiente e di alta qualità a un’ampia gamma di emergenze sanitarie, dimostrando l’eccellenza del sistema singaporiano nell’integrazione tecnologica e nella preparazione alle emergenze.

Il Giappone presenta un modello interessante con servizi di emergenza medica forniti dai quartieri generali della difesa antincendio del governo locale, utilizzando un sistema EMS a un solo livello. Questo approccio centralizzato facilita l’implementazione uniforme di tecnologie innovative su tutto il territorio nazionale.

Tutte queste innovazioni, per quanto spettacolari, non sono solo progetti futuristici. Molte sono già operative in diversi paesi, altre saranno progressivamente implementate nei prossimi anni. Nel breve termine (1-5 anni), sempre più città adotteranno droni AED, triage con AI, ambulanze connesse e semafori intelligenti. Nel medio-lungo termine (5-10 anni), si prevede l’introduzione di ambulanze autonome su strada, veicoli volanti automatizzati e piattaforme integrate per il dispatch predittivo.

I sistemi di gestione intelligente delle ambulanze mirano a ottimizzare significativamente i tempi di risposta medica, consentendo alle autorità ospedaliere di accedere istantaneamente alle informazioni vitali sulla salute del paziente e di tracciare la posizione dell’ambulanza in tempo reale, utilizzando moderne tecnologie di comunicazione, calcolo e rilevamento.

Rimangono però delle sfide importanti, come l’adeguamento normativo per l’uso dei droni in ambiente urbano, la gestione dei dati sensibili in tempo reale, la formazione del personale per utilizzare questi strumenti in modo efficace e l’equità di accesso nelle aree meno sviluppate. Anche il concetto stesso di ambulanza è in fase di ridefinizione, perchè non si tratta più solo di arrivare in tempo, ma di essere ovunque, prevedere, connettere e agire. Soluzioni come Suwa Seriya, la rete Zipline, i progetti europei con droni AED, i sistemi 5G australiani o i veicoli volanti del Caltech non sono esercizi teorici ma risposte concrete ai limiti strutturali degli attuali sistemi di emergenza. I paesi che sapranno integrare simili tecnologie con sistemi sanitari inclusivi, normati e interoperabili avranno una rete di soccorso più resiliente, tempestiva ed efficiente, e soprattutto, potranno salvare molte più vite.

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