Sulmona: Celestina si sentì male e morì a casa di un’amica in attesa dei soccorsi: la Asl condannata al risarcimento

 SULMONA. Aveva avuto un malore a casa di un’amica che era andata a trovare per congratularsi con lei, diventata mamma da poco. Chiamati i soccorsi, hanno dovuto attendere oltre un’ora l’arrivo del personale del 118, ma per la donna non c’era più nulla da fare. Per la morte di Celestina Pacella, 45enne di Sulmona, l’Asl è stata condannata al risarcimento del danno pari a 40mila euro e al pagamento delle spese legali. A chiedere il pignoramento dei conti dell’azienda è stato l’avvocato che assiste i familiari della 45enne, Alessandro Rotolo. Per la vicenda, che risale al febbraio del 2016, erano finite sotto inchiesta 11 persone, tutti i medici e gli operatori del 118 che avevano gestito il caso. Tutti scagionati in sede penale. Diversa la sentenza del giudice civile del tribunale di Sulmona, Giulia Sani, secondo la quale «un intervento più tempestivo da parte del personale sanitario, avrebbe consentito alla donna di avere una chance di sopravvivenza». Da qui la percentuale di colpa medica riconosciuta e la condanna al risarcimento. La sentenza è diventata definitiva. Per questo l’avvocato della famiglia batte cassa.

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