Storia di un soccorritore
È sabato.. 🚑❤️
Le strade sono piene di gente che ride, di famiglie che si ritrovano.. Di giorno è di sera.. In questa estate..
Ma da qualche parte, un telefono squilla.
E in quell’istante, un equipaggio lascia tutto e parte.
Fare il soccorritore significa varcare ogni volta la soglia dell’imprevedibile.
È infilare la divisa senza chiedere “perché io?”,
è salire a bordo e sentire il rombo del motore o il battito delle pale Dell elisoccorso che si alza nell’aria.
Un attimo dopo, sei dentro la vita di qualcuno nel suo momento più fragile:
il respiro spezzato, il sangue che scivola sull’asfalto, una mano che ti stringe come se da quella presa dipendesse il mondo.
In quell’istante non sei solo un professionista.
Diventi un argine contro il dolore,
un filo teso tra il buio e la luce.
E anche se il cuore corre, la voce resta ferma, le mani sicure. Ci sono interventi che si chiudono con un sorriso, un polso che riprende, una stretta di mano che ti riempie l’anima.
E ci sono quelli che finiscono con un silenzio che pesa più di qualunque rumore.
Lì impari che le lacrime non sempre si versano davanti a tutti.
Essere soccorritore non è un turno in calendario.
È una scelta che si rinnova ogni volta che arriva una richiesta di soccorso..
È essere pronti quando gli altri riposano, correre quando gli altri fuggono.
Per chiunque, ovunque, a qualunque ora.. In qualsiasi giorno.. O notte.. O mese..❤️🚑

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