Fuori di sé, affonda i denti sull'avambraccio dell'operatore del Pronto soccorso

 Si finirà per parlare di un'aggressione al giorno all'Uls 3, per gli attacchi a medici, infermieri e operatori oss che stanno accadendo nell'azienda sanitaria veneziana con una frequenza sempre più alta. In dieci giorni se ne sono verificati tre. Oggi, 25 novembre, in tarda mattinata un 36enne soccorso alla stazione di Venezia Santa Lucia, in stato confusionale, affidato dagli agenti della polizia ferroviaria al Suem e trasferito a bordo della lancia via mare all'ospedale dei Santi Giovanni e Paolo, nel tragitto, iniziato bene, a un certo punto ha affondato i suoi denti sull'avambraccio di un operatore sanitario, procurandogli un taglio sanguinante, che non ha richiesto punti di sutura, ma comporterà, oltre alla medicazione, una lunga e inevitabile serie di esami infettivologici, per accertare di non aver eventualmente contratto alcuna patologia dopo il contatto con la mucosa orale del paziente. Il giorno prima a rimanere ferito era stato un infermiere dell'ospedale di Dolo, chiamato dalla centrale operativa del 118 a intervenire per un'emergenza nell'area di parcheggio degli ambulatori del presidio sanitario di Noale, dove un uomo, noto alle forze dell'ordine, era stato trovato privo di coscienza, completamente inzuppato dalla pioggia e in stato di ipotermia. 


La prima preoccupazione, per l'infermiere, era stata giusto quella di togliergli di dosso gli indumenti bagnati, ma questo è stato un gesto che gli è costato la rottura del setto nasale. Il paziente, tornato improvvisamente vigile, gli ha sferrato dal nulla due pugni al volto e gli ha causato la frattura. Stamattina invece, il 36enne dopo un trasferimento in idroambulanza abbastanza tranquillo, una volta giunto al Pronto soccorso del Civile ha dato in escandescenze, accanendosi contro la strumentazione mentre il personale sanitario, con l'aiuto della guardia giurata, cercava di bloccarlo per evitare ferimenti e danni. 

Nella concitazione, il paziente ha dato un morso a uno degli operatori, prima di essere immobilizzato e affidato alla Psichiatria. Il 15 novembre, a Dolo, un uomo giovane arrivato da Chioggia per una consulenza psichiatrica, appena la dottoressa alzandosi dalla sedia aveva raggiunto i colleghi sul lato del Pronto soccorso, aveva cominciato a rovesciare a terra computer, strumentazione medica, armadi, prima di accanirsi contro gli operatori in sala, lanciandogli contro oggetti. L'Ulss 3 che, in merito alla gestione delle criticità è all'avanguardia nel trasmettere al personale le tecniche di protezione, con un protocollo per la sicurezza che a Venezia scatta immediatamente con l'intervento delle forze dell'ordine, ancora si trova alle prese con ferimenti e danni quotidiani. 

In questo contesto la direzione dell'Usl 3, esprimendo sconcerto, ha offerto il suo sostegno assicurativo e legale al personale sanitario, mentre dalla segreteria della Cisl di Venezia, Dario De Rossi ha chiesto che gli operatori sanitari non vengano lasciati soli. «Queste situazioni stanno diventando una regola, purtroppo - dice De Rossi -. Le proposte concrete avanzate dalla Cisl vanno dall’aumento della video sorveglianza all’istituzione di un posto di polizia fisso: chi si reca al lavoro, deve poter svolgere la propria attività in tutta sicurezza e non con la paura di essere malmenato».




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