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Elba, fiocco rosa sull’ambulanza della PA di Porto Azzurro

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  Fioccco rosa questa mattina sull’ambulanza della Pubblica Assistenza di Porto Azzurro. Come riportato sui canali social dell’associazione di volontariato una mamma di Capoliveri attorno alle 6.30 ha chiamato il numero di emergenza segnalando un possibile parto in corso e l’impossibilità a raggiungere autonomamente l’ospedale di Portoferraio.      La Centrale Operativa di Livorno ha così attivato immediatamente i soccorsi inviando a Capoliveri una ambulanza della Pubblica Assistenza Porto Azzurro che ha raggiunto in pochi minuti l’abitazione della giovane donna. I soccorritori porto azzurrini, rilevando lo stato avanzato del parto e quindi la possibilità di un travaglio in ambulanza hanno così  coinvolto l’automedica 118 .  L’equipaggio dell’ambulanza della Pubblica Assistenza Porto Azzurro, con  Giovanni Aragona  e  Dario Pinotti Cascione  e l’infermiera  Angela Del Prete  del 118 e il dottor  Mario Nieri , medico 118 dell'automedica, hanno assistito e seguito la giovane donna co

Ragazzina accusa un malore. Il pilomat blocca l’ambulanza

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  Una ragazzina ha accusato un malore al bar Drip Coffee Lab, senza necessità di trasporto in ospedale. Polemiche sulla panchina contro i Pilomat a piazza Martiri del 7 Luglio. Una ragazzina ha accusato un malore al bar Drip Coffee Lab in via Crispi, ieri intorno alle 12,40. Sul posto sono arrivate un’ambulanza e un’automedica. Fortunatamente l’entità è stata lieve, tant’è che per la minorenne, dopo essere stata visitata, non è stato necessario neppure il trasporto in ospedale. Ma è esplosa nuovamente la protesta sui Pilomat e in particolare sulla panchina messa contro il dispositivo elettronico all’ingresso di piazza Martiri del 7 Luglio, ostruendo di fatto il passaggio dei mezzi di soccorso. A sollevare la polemica, il consigliere della Lega, Alessandro Rinaldi che si trovava in piazza con un banchetto elettorale del Carroccio: "Ma non dovevano toglierli i pilomat? In questo caso è andata bene perché si è trattato di un malore lieve, ma se fosse stato grave, l’ambulanza avrebbe

Roberto Campigotto, operatore del 118 morto sul lavoro durante un intervento di soccorso

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  L'operatore del 118 è morto durante un intervento di soccorso alle porte di Roma, nel comune di Monterotondo. Tragedia sul lavoro alle porte di Roma. Roberto Campigotto, un operatore del 118, è morto a 57 anni nella giornata di sabato 20 aprile. L'uomo ha avuto un infarto mentre stava eseguendo un soccorso proprio per un arresto cardiaco. La notizia è stata confermata a RomaToday dai suoi colleghi e dal 118.  La ricostruzione Roberto Campigotto era di Sacrofano. Ieri, per un cambio turno, lo avevano mandato a lavorare nella zona di Monterondo. Secondo fonti del 118 interpellate dal nostro quotidiano, l'operatore era intervenuto per soccorrere un signore in arresto cardiaco. Sul posto era stata inviata una ambulanza e una automedica. Durante le manovre di rianimazione del paziente, tuttavia, Campigotto, autista del 118, ha "avuto un infarto". Sul posto sono giunte altre due ambulanze e il medico rianimatore dell'elisoccorso. Trasportato all'ospedale di Mo

Chieti: Polemiche per l'ambulanza in ritardo, la Asl replica: "Arrivata in 25 minuti: si trattava di un codice verde"

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  Il Dipartimento di emergenza - urgenza rende noto di aver inviato a Vasto un mezzo medicalizzato giunto da Gissi dal momento che quelli più vicini erano impegnati rispettivamente per un codice rosso e per un codice giallo. Una donna anziana a Vasto è stata soccorsa in ambulanza: il mezzo è arrivato da Gissi, in città si è diffusa la notizia dell'arrivo dei soccorsi in 50 minuti ed è scoppiata la polemica. A denunciare il fatto è stato l'ex vicesindaco Giuseppe Forte: a quanto si è appreso la donna era ferita a una gamba ed era scesa in strada a chiedere aiuto Oggi la Asl Lanciano Vasto Chieti replica e il Dipartimento di Emergenza - urgenza rende noto di "aver inviato sul posto il mezzo medicalizzato giunto da Gissi in 25 minuti e non in 50" poichè quello di Vasto era impegnato per un codice rosso e quello di San Salvo per un codice giallo.  Il medico che ha eseguito l'intervento, come riferisce la Asl, avrebbe trovato una ferita non più sanguinante: la donna è

Piacenza, il selfie dell'incidente stradale con un'automobilista morta e una ciclista travolta e ferita.

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 “Una signora di 73 anni è morta dopo aver investito una ciclista: l'auto ha terminato la sua corsa contro delle vetrine di un negozio. Attorno al luogo dell'incidente mortale si è formato un capannello di persone che hanno assistito alle operazioni di soccorso. Tra queste persone, qualcuna è andata oltre il limite della decenza, arrivando a scattarsi selfie con alle spalle la ciclista ferita riversa sull'asfalto mentre riceve le prime cure dai sanitari.” Condividiamo questo articolo di Stefano Pancini, come stanno facendo in molti, nella speranza che vedendosi da fuori questi “signori” possano rivalutare con altri occhi i loro pessimi comportamenti… ed evitarli in futuro. Penso che dopo questa non c’è altro da dire

Sono un soccorritore”, il racconto di un intervento di primo soccorso

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  Arrivi sul luogo di intervento e intorno a te vedi le lacrime. Ti accorgi subito che da te la gente si aspetta quel miracolo che tu non puoi di certo concedere, ma ti inginocchi accanto a quel corpo e inizi a fare del tuo meglio e con tutte le forze che hai schiacci forte le tue mani su quel petto. Comprimi quel pallone tra le tue mani come se quel gesto da solo possa bastare ad alimentare una vita così come un soffio di vento fa divampare un incendio nel bosco. Quando premi quel pulsante, la scarica che emana la senti come un brivido lungo la tua schiena. Sei lì e nella tua testa ripeti "Resta qui, non te ne andare adesso" e mentre la tua fronte inizia a brillare di sudore, spingendo sempre più forte, quasi a voler sentire quel cuore tra le tue mani, speri che i tuoi sforzi possano non essere vani. Sei il primo ad arrivare, il primo ad intervenire, il primo a dover prendere decisioni... E hai sempre paura di non aver fatto abbastanza. Ma poi succede, raramente ma succede,

Sirene Ambulanza: quando si possono usare?

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 L’uso delle sirene sulle Ambulanze prevede precisi obblighi e doveri: ecco quando si possono usare e le multe in caso di abuso L’uso delle sirene dell’ambulanza comporta seri obblighi e conseguenze, sia per gli automobilisti in strada, sia per il conducente del mezzo di soccorso. In entrambii casi il Codice della Strada regola il comportamento alla guida in caso di sirene dell’ambulanza accese. Ma un’ambulanza può accendere le sirene per superare le auto incolonnate? Ecco quando si possono usare le sirene. SIRENE AMBULANZA: QUANDO SI POSSONO USARE Le sirene delle ambulanze e dei mezzi di soccorso in Italia hanno subito diversi cambiamenti negli ultimi anni. Ormai l’unico suono della sirena dei mezzi di soccorso riconosciuto è la sirena bitonale, con una sequenza, durata e ritmo distintivi per i mezzi di pubblica sicurezza e quelli di soccorso sanitario. Le caratteristiche funzionali e costruttive sono disciplinate dal decreto ministeriali del 17 ottobre 1980 pubblicato nella G.U. n. 3